Nella località Torre Castelluccia l’insediamento di epoca neolitica è testimoniato dal rinvenimento di 4 sepolture del tipo a tumulo riferibili ad un insediamento del Neolitico antico (VI millennio a.C.), con la presenza in superficie, nell’immediato entroterra costiero di ceramiche impresse e graffite. All’Età del Bronzo medio risale (XVII-XIV sec. a. C.) risale il primo impianto dell’insediamento di Torre Castelluccia, che conserva i resti di un villaggio abitato fino all’età del ferro (X-VIII sec. a.C.) e di una necropoli ad incenerazione del Bronzo finale (XI sec. a. C.).
Il sito di Torre Castelluccia sorge in località Bosco Caggione. L’area è posta a circa 21 mt sul livello del mare ed è dominata dalla Torre di avvistamento cinquecentesca. L’insediamento si sviluppa su un promontorio compreso tra due baie ed è separato, tramite un vallo naturale, dal pianoro retrostante, su cui sono stati individuati nuclei di necropoli. Oggi l’area dell’insediamento e quella della necropoli sono separate dalla Litoranea Salentina, realizzata negli anni ‘50.
Il villaggio di età protostorica è caratterizzato da una rampa di accesso, lastricata a pietra e da piccoli agglomerati di capanne a pianta rettangolare. L’abitato appare delimitato, a sud-est, da un muro a doppia cortina. Sul versante meridionale sono stati rilevati un ulteriore muro riferibile probabilmente ad un secondo circuito di fortificazione.
La piana a sud del promontorio era probabilmente regolarizzata con terrazzamenti ed occupata da altre strutture con funzione abitativa o produttiva. La Capanna, indagata per la prima volta nel 1948 da Drago, è una struttura a pianta rettangolare con muri perimetrali in pietre calcaree. Sul muro interno due blocchi aggettanti delimitano un’area definita ripostiglio, che ha restituito diversi reperti in bronzo, tra i quali una spilla ornamentale, anelli, fibule, un rasoio, una collana in osso, pasta vitrea, corniola e conchiglie. I materiali rinvenuti nella capanna 7 risalgono al Bronzo finale (XI sec. a.C.).