Nell’area tarantina attestazioni di ville sono note in particolare lungo la costa. Lungo l’arco ionico sorgevano ville di Gandoli, Saturo, Luogovivo, Lido Silvana, Torre Ovo e Punta Prosciutto.
La villa di Luogovivo e di Lido Silvana, connessa ad un impianto produttivo per la lavorazione del pescato, così come i rinvenimenti subacquei relativi a relitti, forniscono primi dati per delineare, in particolare, a partire dal II-III sec. a. C. un paesaggio costiero contraddistinto da insediamenti complessi residenziali, impianti produttivi che sfruttano le risorse del mare. Le ville marittime godettero a lungo favore presso l’aristocrazia romana (I sec. a.C. e I sec. d.C.), quando possedere una villa con peschiera divenne oltre che una moda, anche simbolo di ricchezza e prestigio personale. Per soddisfare le esigenze di svago dei ricchi proprietari, si investivano ingenti risorse: oltre ai porticati, erano comuni ricchi complessi termali, spesso con natationes (piscine), giardini, fontane e ninfei talvolta anche monumentali.
In località Lido Silvana, presso il lido Lo Scoglio, sono ancora oggi visibili resti murari probabilmente attribuibili ad una villa costiera. A breve distanza, sulla scogliera, sono presenti alcune strutture pertinenti a fondi di vasche di età romana, rivestite con tessere in laterizio, riferibili ad un impianto per la lavorazione del pescato. L’impianto era articolato in 5 vasche disposte su almeno due file parallele. Delle vasche si conserva il fondo, il pavimento in tassellato laterizio e brevi porzioni delle parallele.
Tutti gli spigoli interni sono rivestiti di cocciopesto. A breve distanza da una salina e dalla sorgente delle Cannedde, venivano utilizzate per la salagione del pesce e per la produzione di conserve a base di pesce, ampiamente commercializzate nel mondo romano.